mercoledì 28 maggio 2014

MUQATA/PALAZZO DI ABU MAZEN



Con il termine “Muqata” si raffigurava la seconda intifada. Qualche anno fa questo nome viene adottato, violentato e stravolto dall'Autorità Nazionale Palestinese.
Muqata doveva essere la nuova immagine “civile” della Palestina, secondo l'ANP. Luoghi dove i Palestinesi potevano incontrare i Paesi esteri, del tutto simili all'architettura di altri Paesi arabi.
La maggior parte dei Palestinesi vive in villaggi sprovvisti d'acqua, nella Jordan Valley non c'è acqua n'è corrente elettrica. Devono fare i conti con israele che gli toglie la terra e le case....ma Muqata prende forma...
Queste immagini si riferiscono al Palazzo Presidenziale di Abu Mazen a Surda, Ramallah. Costruito dalla PADICO HOLDING, che fa capo al miliardario palestinese Munib Al-Masri. Costo stimato iniziale 10 milioni di dollari. Circondato da un muro di cemento..come se di muro qui non ce ne fosse già a sufficenza.
Ad inizio lavori il Presidente Mahmoud Abbas ha usato queste parole: “Abbiamo bisogno di una nuova sede per il presidente dove può incontrare i leader mondiali e affrontare il mondo in modo moderno e civile “.
Questo palazzo presidenziale crea l'illusione di avere uno Stato, con i pilastri di uno Stato, un palazzo di Stato. Nella realtà rappresenta fedelmente la realtà della Palestina. I soldi delle tasse che i Palestinesi pagano vanno in “rappresentanza”, o meglio, illusione. Pensate solo al fatto di quanto sia assurdo pagare le tasse ad uno Stato che non esiste. Infatti, non vi è alcun ritorno. Ramallah ha un solo ospedale e sprovvisto di moltissimi servizi.
Di fatto i Palestinesi dipendono in tutto ad israele. Un sistema economico creato ad arte per produrre soldi israeliani sul sangue e sulle vite dei Palestinesi. L'acqua, l'energia elettrica, le strade, i servizi ospedalieri, qualsiasi tipo di prodotto; tutto israeliano. Gli spiccioli delle tasse che non vanno ad israele e forse qualche “donazione” estera và nel palazzo di Abu Mazen ed in altre Muqata controllato dalla PECDAR, Consiglio palestinese Economico per lo Sviluppo e la Ricostruzione.
Oggi davanti alla sede dell'ONU a Ramallah si manifestava per il silenzio della stessa nei confronti della Jordan Valley.
Chi abita nella Jordan Valley per me è il “mondo civile”, ma il palazzo non è per loro, è per i terroristi con i quali ci si siede a bere il tè fatto con l'acqua rubata ai Palestinesi.


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