giovedì 10 settembre 2015

NON VISITA AI CAMPI PROFUGHI






Oggi sono andata al nord della Giordania, verso Hirbid. Lungo la strada si passa il campo profughi di Al Bakha e quello che mi spacca vista e cuore è scoprire che hanno separato la strada principale dal campo. Ci si passa a fianco, ma si è "separati" o meglio.. i profughi sono separati dagli altri. Prima di arrivare a Hirbid c'è un bivio: a destra si entra nella città, andando dritto a soli 15 km c'è la Siria. Mi dicono che non mi ci faranno arrivare perchè al confine sparano. Chiedo se a sparare sia l'isis, ma mi dicono che lì sul confine a sparare sono un pò tutti. Nessuno mi accompagnerà lì. Hirbit è la solita città moderna e non posso visitarla perchè oggi è un'altra giornata di tempesta di sabbia. Alle ore 11,00 ci sono già 41° e l'aria è piena di sabbia, non si riesce a respirare. In line d'aria sono a 30 km da Nablus (Palestina). Tornando spero di incontrare lungo la strada qualche contadino, ma non c'è nessuno a causa del clima di questi giorni. Trovo un'uomo che vende la frutta sulla strada. Quando gli chiedo di fotografare la frutta, inizia a ballare ed è felice, ma anche lui.... non parla un granchè. Nel campo profughi sembra difficile entrare, soprattutto con una telecamera.
In linea di massima, almeno per il momento, ho l'impressione che qui nessuno voglia parlare, men che meno davanti ad una telecamera. Vi racconto solo questo... il primo giorno ad Amman mi hanno portata all'anfiteatro romano che è nel centro della città. Un posto turistico quindi. Non mi hanno fatta entrare perchè avevo, la telecamera troppo grossa. Mi hanno detto di tornare con una telecamera più piccola... Ed ero in un luogo turistico; immaginate, quindi, cosa vuol dire cercare di fare un'intervista o entrare a filmare in un campo profughi...
Qui sono tutti o profughi o persone che hanno lasciato i Paesi in guerra, hanno la tranquillità e vogliono mantenerla. Non ci sono manifestazioni o proteste, nulla. Sono una popolazione stretta nella morsa delle tasse del Governo. Fanno pagare nche la tassa sulla televisione, e non è una bufala come il nostro canone. Ogni mese sulla bolletta della corrente elettrica c'è un dinaro per la tv, anche se non ce l'hai. Lungo le strade è pieno di polizia che fa le multe alle auto (attorno ai 400 dinari se passi il limite di velocità). Mi dicono che in Giordania non c'è nulla, non c'è petrolio, non ci sono ricchezze, quindi il Governo crea il suo badget dalle tasche degli abitanti....peccato che gli abitanti sono quasi tutti (come detto prima) profughi o persone di paesi sotto attacco.
Non so se riuiscirò a svolgere qualche report o ad avere qualche racconto. E' dura qui.

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