mercoledì 8 marzo 2017

PERCHE' BLOCCANO LE PROIEZIONI DI “israele, IL CANCRO”




A due giorni dalla proiezione di Biella, ci risiamo... con la solita macchina sionista che calunnia e blocca la proiezione.
Vorrei, con questo scritto, fare un po' il punto della situazione, ma soprattutto scrivere il “perchè” questo accade. Fermo restando che nessuno di coloro che attacca questo film l'ha mai visto, e che nemmeno leggono ciò che scrivo. Quindi, quanto scriverò qui, non sposterà una virgola.
Iniziamo con l'iter che ha avuto il film (solo alcune citazioni):
  • è arrivato in Italia ad aprile 2015 e la prima proiezione è stata a Napoli, organizzata da Fiore e con nessun supporto di De Magistris.
  • Sono seguite molte altre proiezioni alle quali io partecipavo collegandomi via skype dalla Palestina assieme ai due shebab che dovevano essere in Italia per il tour del film, Ahmed e Sari. Il diniego del loro visto è stato l'inizio del boicottaggio verso questo film.
  • È arrivato il mio rapimento e deportazione dalla Palestina, giugno 2015; e quando sono stata in Italia tutti coloro che organizzavano le proiezioni volevano anche la mia presenza, ma soprattutto la mia testimonianza dell'epilogo. E qui, il livello di censura si è alzato.
  • Recanati... il film è stato proiettato, ma con “scuse” del Sindaco per il quale il PD aveva chiesto le dimissioni.
  • Genova, sala tolta due giorni prima. Film proiettato comunque.
  • Firenze (alla seconda proiezione), Università di scienze politiche, aula autogestita. Diffida del Rettore, irruzione dello stesso poco prima della proiezione. Proiezione avvenuta ugualmente, aula autogestita sgomberata qualche giorno dopo.
  • Parma, location tolta due giorni prima, proiettarono il film in altra sede, ma quella sera ci siamo trovati un dispiegamento di forze dell'ordine mai visto prima.
  • Ravenna (alla seconda proiezione), le forze dell'ordine chiusero le strade d'accesso alla sala...
  • Martano (Lecce), l'Anpi nazionale diffidò l'Anpi locale su invito di Fiano. La proiezione ci fu ugualmente con altro nome organizzativo.

Perchè sta accadendo tutto questo? Non è per il titolo del film, che avrei potuto studiare meglio perchè suona banale, scontato e vecchio. Israele è stato definito così molti anni fa e da fonti più autorevoli della sottoscritta.
Il problema è il contenuto del film, che non è propaganda pro-Palestina. Il film è crudamente oggettivo. Tanto che mostro anche cosa fa l'Autorità Nazionale Palestinese.. Proprio perchè la sottoscritta non fa distinzioni fra vittime né mostri. E' questo il problema. E' così inattaccabile che viene fermato prima. Per me la pietà non è selettiva, non porto bandiere, non ho alcun interesse di parte; e questo è un problema per molti.
Non credo di avere grandi meriti per questo film, in fondo..non ho fatto molto: ho solo acceso la telecamera, il resto l'hanno fatto loro (mostri e vittime).
Un'altra inesattezza di chi attacca il film... (tanto va a dimostrare che non parlano del contenuto) “il film è girato a Gaza...”. Il film è girato a Nablus, Qalquilja, Ramallah. Io a Gaza non ci sono mai stata, non potevo andare aldilà del muro come la maggior parte dei palestinesi.
Ma, arriviamo al “contorno”: la mia presenza o meglio..la mia testimonianza di ciò che mi hanno fatto...non è gradita. E qui uno potrebbe dire “ma, se ti hanno lasciata in vita significa che possono permettersela”. Eh, lo so, tante volte qualcuno mi ha chiesto perchè sia andata così... L'unico pensiero che mi è venuto è che si aspettavano che io tornassi in Italia talmente “finita” che non avrei più fatto un cazzo... Immaginate..: torno in Italia con un trauma non da poco, non ho più un cazzo, né casa, né lavoro e per di più con il mio nome..con tutta una macchina del fango costruita ad arte contro di me, per distruggermi (come la foto fake che tirano sempre fuori). Eh. La mia vita è infatti durissima, davvero.
Ma è niente, davvero niente, a confronto della vita dei Palestinesi.
E ho uno strano carattere... ogni volta che israele mi attacca, divento più forte. Quindi, la mia reazione è stata l'opposto di ciò che si aspettavano. I palestinesi continuano a scrivermi di far girare il film il più possibile.

Continuerò a farlo, ovviamente e ringrazio sempre tutti coloro che organizzano le proiezioni, ma soprattutto coloro che continuano ad attaccarlo facendo così pubblicità gratuita e rendendomi sempre più forte.

A Biella la proiezione ci sarà, presso la sede dell'Arci in strada alla Fornace, 8.

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