giovedì 22 agosto 2013

ULTIMA NOTTE A NABLUS

La vita è fatta di scelte, il più delle volte devi scegliere fra il cuore e il cervello. Se ascoltavo il cuore tre giorni fa sarei rimasta in Palestna, ma,  non ero lì per me, ma per la Palestina. così ho dato retta la cervello e sono rientrata in Italia per svolgere tutti quei progetti che potrebbero essere d'aiuto alla Resistenza e a rompere i coglioni all'occupazione israeliana. Questo vuol dire, per me, sofferenza. Ma la volontà di salvarla forse mi aiuterà a superare questo momento.
Lunedì sera è stata la mia ultima notte a Nablus. Non riuscivo a dormire (come in tutta l'ultima settimana) p meglio, dormire qualche ora, avere gli incubi, poi svegliarsi con gli attacchi di panico e poi forse ritornare a dormire.
Sono le 4,20 di lunedì notte e mentre tento di dormire sento dei cani abbaiare. Mi alzo e vado sul balcone per fumarmi una sigaretta. Ad un certo punto dal cimitero di Nablus spunta un cane. Non c'è nessuno ingiro. Il cane si ferma in mezzo alla strada, mi guarda anche se siamo comunque distanti. Ma, ecco la cosa strana: la Moschea si accende e inizia il richiamo alla preghiera. Che strano, avevo pensato che quello della sera sarebbe stato l'ultimo, invece a quell'ora mi abbraccia ancora una volta la voce della Moschea.Ed ecco la cosa più strana: il cane si sdraia al centro della strada, davanti alla Moschea. Ascolto quella voce che mi abbraccia ancora una volta e al suo termine il cane si alza e se ne va per scomparire ancora nel buio del cimitero.
Il cane è una figura dominante nella mia vita. Mi ha dominata più volte e mi rappresenta, non solo nell'oroscopo cinese.
Ho goduto della bellezza della Palestina, correndone i rischi e mettendomi al centro  della strada, ma ora, è giunto il momento di avere il coraggio di andare. Andare per loro che aspettando dei risultati e non solo parole su un blog.
Mi preparo per il viaggio di ritorno con lo stomaco sottosopra perchè sono rassegnata che all'aeroporto mi aspettino visto che ho sempre scritto con faccia e nome. Un amico a Kuffr Qaddum mi ha detto "la nostra è una vittoria morale, Allah ti proteggerà".
Insomma, all'aeroporto Ben Gurion (altro carnefice) mi hanno rivoltato la valigia 4 volte per trovare tracce di gas lacrimogeno, ma nulla. Hanno, invece, trovato qualcosa che non sapevo nemmeno di avere: una limetta per unghie che mi ha fatto fare la figura della turista sprovveduta e mi ha fatto saltare ogni interrogatorio..
Ora posso iniziare a lavorare per la Palestina, al documentario e ad altri due progetti per essa. Dopo, poi, ci sarà il tempo del "cuore" e del ritorno a quell'abbraccio quotidiano di umanità che è quel Popolo. Il Popolo Palestinese.

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