domenica 21 dicembre 2014

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo: 143 giorni



143 giorni dal rapimento di Greta e Vanessa in Siria. Ehi, come va lì tutto bene? State brindando? Arriva Natale e Capodanno? Avete deciso, donne, che vestito mettervi? Mi raccomando qualcosa di rosso per ricordare che siete di “sinistra” e che siete per i diritti umani e non scordatevi di pubblicare almeno una foto di un martire maschio, un'icona.. Che così siete buone.
Vomito.
Non vanno bene loro, vero? Non possono diventare icone della sinistra, perchè non sono uomini. Quando sono state rapite avete scritto di tutto: puttane, collaboratrici, incapaci, etc.etc.. Eh certo, sono donne... Quindi sono due puttane. Così come tutte le donne che vengono qui a farsi sparare addosso. E se capita che ti sparano o ti attaccano, ti attacchi..al tram perchè sei una donna. Se, invece, succede ad un uomo, è un eroe dei diritti umani. Magari quell'uomo lì che si è fatto sparare addosso è un deficiente o un collaborazionista, magari no, ma non viene proprio messo in discussione. Perchè un uomo è un eroe e una donna è un'incapace e una puttana.
Questo è il pensiero della sinistra “femminista” che ha costruito icone maschili lanciando i palloncini in aria con il nome di Vittorio Arrigoni finanziata dal Manifesto. Lo stesso che ha raccontato la balla sulla Libia e ha avvallato fosse comuni inesistenti per far uccidere Gheddafi. Il colonnello Gheddafi, quello che nella realtà ha costruito la condotta per portare l'acqua ai più poveri e che una settimana prima di essere ammazzato disse “che tutti i miei uomini vadano al confine, andiamo a liberare la Palestina”..e il Manifesto (nonostante il suo inviato sapesse la verità) gioiva per l'attacco a Gheddafi. Chi difende il Manifesto non difende i diritti umani, non è proprio conciliabile la posizione.
Ri – vomito.
E ora lo dico a te Paolo Barnard, pubblicamente. Un po' di tempo fa hai scritto un articolo parlando di me e dicendo che alla mia morte meriterei una tomba vicino a Rosa Luxemburg. No, no, no... io sono una donna, non possono fare un'icona di me, né alla morte né in vita.
Quindi, guarda, vicino al checkpoint di Howwara, su un lato della strada c'è una tomba. E' lì, in mezzo alle sterpaglie, dove decine di volte i soldati nazisti israeliani ci hanno sparato addosso e dove ci sono stati centinaia di martiri. Ecco, quella tomba è senza nome. E' lì dalla Nakba e non si sa di chi è. Non sapevano chi fosse quel palestinese morto. Così la tomba non ha nessun nome, nessuna scritta, nessun fiore. Quando accadrà, voglio essere seppellita lì. A fianco di quella tomba senza nome, davanti al checkpoint di Howwara. Perchè la mia morte e la mia vita non saranno utili alla “gente”, ma almeno romperò i coglioni anche da morta.
Ora andante in “pace” a comperarvi qualcosa di rosso per le feste donne, che Greta e Vanessa vi sputino in faccia un giorno. Me lo auguro.





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